La passione per il delitto
PROGRAMMA
PROTAGONISTI
BAMBINI
ARTISTI
BLOG
DIARIO
PHOTOGALLERY
RASSEGNA STAMPA
SPONSOR
ARCHIVIO
CONTATTACI
DOVE SIAMO
Liberi contributi, impressioni e report.
Vi è piaciuto un incontro, un autore, un artista? Avete voglia di raccontare come avete vissuto il festival, quali sorprese vi ha riservato? Potete farlo attraverso il “Diario della passione”, mandando i vostri scritti, anche di poche righe, all’indirizzo e-mail redazione@lapassioneperildelitto.it. Saranno pubblicati sul sito internet della Passione e contribuiranno a creare un affresco in presa diretta di chi questa settima edizione l’ha vissuta da spettatore o da protagonista, con entusiasmo o con sorpresa. L’invito è rivolto non solo al pubblico, ma che agli scrittori, ai moderatori, agli artisti e ai volontari, agli sponsor e ai più piccoli, i bambini che parteciperanno ai laboratori.
Domenica 12 ottobre

Arrivederci!
Quando ho messo piede per la prima volta a Villa Greppi, avevo quattordici anni. Faccio parte di una delle ultime flotte di ragazzini scalmanati che hanno studiato sotto i soffitti affrescati, nelle aule con le specchiere opache e i caminetti in disuso. Da allora, qui, in un modo o nell'altro, sono tornata spesso. In questo posto cui lego ormai una buona parte dei momenti belli e importanti da conservare nel cassetto dei cimeli. Ieri, 12 ottobre 2008, s'è chiusa la mia terza edizione come Passionaria-volontaria. E un pò di malinconia già comincia a farsi sentire. In fondo c'è sempre qualcosa di triste anche nel lieto fine. Si accatastano le sedie in un angolo, si raccolgono i volantini rimasti, si staccano i quadri dalle pareti, si ripone quel che resta di cartelloni, penne, gadget...
Quella di quest'anno è stata senz'altro un'edizione molto sentita dal clan dei volontari. Perché qualche volta succede. Qualche volta, senza che ce ne sia una ragione, scatta quella sintonia indefinibile. Quasi lo si sente, il clic che ti fa capire che ogni elemento s'è ben incastrato con tutti gli altri e che sì, può funzionare. Quest'anno è andata esattamente così. Abbiamo composto con entusiasmo il nostro personale “puzzle umano”, un po' come il personaggio di Bartelbooth in La vita. Istruzioni per l'uso di George Perec, che col giallo non c'entra nulla, ma resta pur sempre un gran libro. Perché alla Passione, di libri s'è parlato e si continuerà a parlare, quest'anno, come quelli passati e quelli a venire.
Tanti scrittori, tante novità, tante riflessioni, tante battute, tanti spunti.
Malgrado tutto, riuscire a parlare e far parlare di libri resta una conquista ed è sempre emozionate scoprire quali e quante cose preziose si possano trovare fra le pagine di un libro. Mi auguro che anche la Passione 2008 sia stata un'occasione di incontro, confronto e divertimento per chi ha deciso di oltrepassare il cancello del parco di Villa Greppi, anche solo per un'ora. Oggi, ho infilato altri momenti da ricordare nel mio cassetto dei cimeli. Ma di spazio ce n'è ancora parecchio. Dopotutto, l'anno prossimo, saremo di nuovo qua...

Simona



Ultimo giorno della manifestazione. Più che un resoconto della giornata questo è anche l'ultimo capitolo del romanzo di quest'anno “Passione 2008”. Un'ultima pagina di diario che non è solo un resoconto, ma anche un fermarsi per fare il punto. Domenica la giornata è iniziata presto per il brunch delle 11 al Red's Hotel ed è poi continuata a Villa Greppi con un lungo pomeriggio e con gli ultimi, ma non meno importanti, appuntamenti. Dal 27 settembre al 12 ottobre ci siamo dati il cambio al timone dei resoconti/diario delle giornate, ci siamo alternati alle serate infrasettimanali per poi ritrovarci tutti presenti nei weekend. Impossibile questa volta (mi dispiace per i lettori che amano la brevità, la Bucciarelli insegna) riassumere in poche righe cosa sono state queste settimane. Ci siamo trovati benissimo. Quest'anno si è creato un gruppo ancor più straordinario, dentro e fuori dalla manifestazione. Ogni occasione è stata buona per ritrovarsi e fare casino. è stato davvero un “conoscersi come se ci conoscessimo già”. Chi c'era sa cosa intendo. Niente formalità, mai e tante risate. Sempre. Abbiamo riso fino a stare male e abbiamo fatto una cena in cui gli attimi di silenzio sono stati questione di secondi. Non posso dimenticare i visi, le espressioni, le risate, le battute, le prese in giro, i primi piani tutti precisi davanti all'obiettivo, le corse per arrivare ad un'altra serata, per “riuscire ad esserci anche stasera”, il fare “zig-zag” tra vite private e serate alla Passione da far incastrare”, i meeting point a metà strada per “non andare con troppe macchine, causa problemi di parcheggio”, una scusa in più per ritrovarsi a fare il tragitto in gruppo e continuare con il rumore. Un grazie enorme a tutti. Ma proprio tutti quelli che hanno reso possibile questa settima edizione. Un grazie poi particolare a tutti i ragazzi del gruppo volontari con cui sono stata quest'anno. Ringrazio tutti, uno per uno (voi sapete). Mi sono trovata benissimo con tutti voi. Non so se questa è stata come una vacanza e questi sono i saluti finali e le promesse per la serie “tranquilli, ci vediamo anche durante l'anno, ci scriviamo di sicuro” e poi magari non va così. Non so se gli incontri saranno sporadici e sarà solo l'ottava edizione a farci riunire. So, però, che mi sono davvero divertita con voi. Il regalo di un sorriso non ha prezzo e andrà oltre le distanze fisiche e temporali che ci potranno essere. Auguro a tutti di trascorrere un altro anno (fino alla prossima Passione) con anche solo un po' dell'allegria che ci ha accompagnato in queste due dense settimane. Passo e chiudo.

Silvia



Sabato 11 ottobre

L'appuntamento è al C Caffè di Cassago Brianza con Elisabetta Bucciarelli, autrice di “Femmina de luxe”, intervistata per l'occasione da Lia Volpatti. Le salette del locale accolgono una settantina di persone che si distribuiscono fra i tavoli illuminati da candele bianche. Fra queste, incontro con piacere Diana Lama, scrittrice che ho conosciuto nella scorsa edizione avendole fatto da autista in un paio di occasioni. Quando sui tavolini cominciano a comparire i primi stuzzichini e gli aperitivi, si entra nel vivo della serata. Ed allora un fremito contagioso scuote i presenti. Dopo l'introduzione di Lia Volpatti, l'autrice spiega come l'idea del romanzo sia nata dall'aver ascoltato per caso al ristorante, quattro “uomini di lusso”, che si confrontavano sulle rispettive esperienze con le “escort”. Automobili? No, come siete antichi! Le “escort” sono le giovani accompagnatrici con cui i signori del bel mondo usano intrattenersi dietro elargizione di compensi e regalini vari. Da qui il discorso si addentra nel campo minato della bellezza ad ogni costo, della smania dei nostri tempi (o forse di tutti) per la perfezione, della sua ricerca perenne e in fondo illusoria che finisce quasi sempre per portare dissipazione e dolore. La Volpatti ci invita a fare una passeggiata in via Montenapolene alle 11 del mattino, per assistere allo spettacolo delle cinquantenni ex-belle che si gonfiano di silicone e botulino e si fanno stiracchiare da fantomatici maghi muniti di bisturi. A fine serata il libro della Bucciarelli va a ruba. In truppa, raggiungiamo l'autrice per un autografo con dedica.

Simona



Giovedì 9 ottobre

Ho impiegato sette anni a salire sul quel palco.
Edizione dopo edizione ho scelto gli arredi, le sedie e le poltrone, ho spinto centinaia di scrittori e decine di moderatori a guardare in faccia un pubblico di migliaia di persone, che io ho visto sempre alle spalle o in fotografia. “In pubblico io non parlo - ho sempre detto - non modero e non presento”. Fino a stasera.
A trascinarmi sulla poltroncina bianca sono stati Marco Vichi e Michele Vaccari, indicando il posto libero verso la metà dell'incontro. Argomento: ecomafie e reati ambientali, i temi della collana Verdenero di Edizioni Ambiente. “Spiegaci le conseguenze giudiziarie” hanno detto puntando l'indice verso il posto vuoto accanto a loro. Mi sono seduta e li ho guardati in faccia quelli che stavano davanti a me. Il pubblico della Passione. Attenti a quello che dici, con gli occhi che ti fissano, i volti che annuiscono. Ho parlato di quelle “non-conseguenze”, della sproporzione tra il danno prodotto alla collettività e la sanzione, penale o amministrativa che sia, di quel farla sempre franca di chi inquina, deturpa, sporca, produce malattie invisibili e sottili, di chi colonizza con il cemento e sotterra l'amianto. Di chi si arricchisce con le antenne elettromagnetiche, di chi risparmia costi industriali scaricando liquami nel lago o in mare. Di quanto sia sotterraneo ma esteso e diffuso il reato ambientale, di quanto arrivi a coinvolgere l'intera società senza essere punito. Per la prima volta, ho parlato davanti ad un pubblico, e l'ho fatto vedendo in faccia, una per una, persone attente e silenziose, che avevano domande da fare e curiosità intelligenti. “Adesso non ne potrai più fare a meno” mi ha detto alla fine Marco Vichi, ridendo.
Vedremo...

Paola Pioppi



Mercoleì 8 ottobre

Impossibile per me riassumere la serata di mercoledì
. Per tanti motivi. Tra cui quello che non so essere stringata. Ma mi voglio impegnare.
Pensavo di essere in ritardo. Ho fatto tutto di corsa per riuscire ad arrivare presto. Alle 20.30 sono a Villa Greppi. Capisco subito che la serata promette bene: c'è già gente in giro. E continua così, fino alle 21.30, fino a che il granaio non si riempie e le sedie quasi non bastano più.
Direi che il rituale scaramantico di aggiungere sedie all'ultimo momento funziona! Caspita quanta gente! E' proprio vero che Vitali fa sempre il pienone, me l'avevano detto.
Forza volontari, servono altre sedie. Non esageriamo a spostarne troppe in una volta sola. Ognuno ne porti una, non sforziamoci troppo.
Alcuni mettono in pratica il “fai da te” e si posizionano muniti di “cadrega” (sedia in dialetto brianzolo per gli stranieri), altri sono un po' timidi e rimangono in piedi, nonostante alcune sedie libere. Poi ci ripensano e si godono lo spettacolo in posizione comoda. Altri ancora, come mosche che cercano una via d'uscita, qui invece fanno il contrario e sbattono contro la porta del granaio per entrare. Tutti si ostinano a considerarla una porta a battenti, nonostante due freccione rosse indichino che va fatta scorrere (eppure si notano bene...). Tirano, tirano, spingono, spingono. No! Dovete far scorrere!!!!
La serata inizia. Andrea Vitali in duetto con i musicisti Sulutumana. Davvero divertente il racconto che iniziano a recitare, intervallato da brani musicali e poi via così con intermezzi comici e surreali dei nostri menestrelli. Il racconto di un vecchio amico d'infanzia di Vitali fa sorridere tutti. Ad ogni battuta di Vitali scatta l'applauso. Basta uno sguardo buffo o un'affermazione e riscatta ancora l'applauso. Qualcuno a volte si è anche dissociato (vero Morgana??), erano troppi. Non nel senso che non li meritassero, ovvio. Non si è capito se il CD dei Sulutumana era in omaggio con il libro di Vitali o se il libro di Vitali era un omaggio con l'acquisto di un CD. Forse nessuna delle due cose. Ma non ce n'era bisogno. Il banco vendita è stato preso d'assalto: CD e libri via come il pane. Autografi e foto come se piovesse. Andrea Vitali è medico e scrittore. Sul suo sito, nella sezione forum la gente lo ringrazia per i suoi romanzi, per il suo modo di scrivere. Chissà se ci scappa anche un “già che ci siamo, dottore, me la fa la ricetta che non riesco a passare in studio da lei?”

Silvia



Martedì 7 ottobre

L'atmosfera è sempre coinvolgente, l'incontro con gli autori sempre appassionante e la cornice in cui si svolge il tutto, Villa Greppi, è sempre suggestiva: sono queste le prevalenti impressioni che avverto ogni volta che vivo “La Passione per il Delitto”, a Monticello Brianza. C'è sempre qualcosa di particolare da vedere e da ascoltare, qualcosa capace di offrirti quello che, giustamente, viene definito “cibo per la mente”: i libri, ciò che pensano gli autori, ciò che viene narrato dai libri stessi, frutto sì della creativa fantasia degli scrittori noir, ma ricchi di richiami all'attualità, alla realtà di oggi, una realtà che, spesso, sa tingersi anche di noir.
Durante i primi dieci giorni del festival, ho ascoltato Jasper Fforde, Tecla Dozio, i cinque finalisti del Premio Azzeccagarbugli, Andrea Fazioli, Bruno Morchio, la brillante lezione di Massimo Mongai, la serata musicale dedicata alla lugubre figura di Jack lo Squartatore (a proposito, bravissimi il maestro Massimo Mazza, la chitarrista Patrizia Rebizzi e i musicisti della Civica Scuola di Musica di Casatenovo, artisti che hanno davvero dato vita a una serata molto particolare).
Ovviamente, assisterò anche ad alcuni dei prossimi eventi: da appassionato di comunicazione, del genere noir e di eventi culturali che sanno trasmetterti idee, suggestioni e atmosfere diverse dal solito, non posso che essere contento del fatto che, anche in Brianza, a pochi chilometri dalla mia Monza, si sia andata sempre più affermando una manifestazione come la “Passione”.
Non di rado, ascoltando gli autori presenti, mi viene da pensare a quanto sia sempre più sottile il confine che separa i loro libri dalla cronaca (nera!) delle nostre città e, più in generale, del mondo che viviamo. Ci sono passaggi chiave, a mio parere, in molte delle affermazioni e in molti degli scritti degli autori noir, che, oltre a una fervida fantasia, evidenziano anche una profonda attenzione verso i risvolti della cronaca nera: non a caso, alcuni autori che mi hanno trasmesso questa sensazione sono giornalisti (Valerio Varesi, Andrea Fazioli, Elisabetta Bucciarelli, Piero Colaprico e altri).
Non è certamente un dato secondario il legame tra ciò che di inventato viene scritto e ciò che accade nella realtà sociale: credo che anche in questo aspetto risieda un ulteriore valore aggiunto per la manifestazione.
Già, ma dove finisce il racconto e dove inizia la realtà?...
La risposta, forse, è nelle luci soffuse e nelle ombre notturne di Villa Greppi...

Marco Mancinelli



Lunedì 6 ottobre

Come ogni anno, la Passione per il Delitto dedica al pubblico una serata musicale a tema.
Questa sera la Civica Scuola di Musica di Casatenovo, a centoventi anni dai tragici eventi di White Chappel, ci ha regalato dei veri brividi musicali con Jack lo Squartatore: un 'indagine in musica da John Dowland a Kurt Weill.
L'atmosfera creata dai racconti narrati dal Maestro Massimo Mazza, che si frapponevano alle esecuzioni musicali del CLARIONET ENSEMBLE da lui diretto, ha fatto sì che la tensione tra il pubblico, a pochi minuti dall'inizio, cominciasse a salire, complici un'affilata mezza luna nel cielo, l'antica villa disabitata sullo sfondo e le luci soffuse nella sala, all'epoca utilizzata come granaio.
Storie raccapriccianti di povere donne trovate inspiegabilmente morte ammazzate, sgozzate e mutilate nella Londra di fine '800.
Così, una dopo l'altra, abbiamo fatto la tragica conoscenza di quel che fu ritrovato di Mary Ann, Anna, Elisabeth, Catherine, Mary Jane. Anche se nel nostro immaginario l'assassino ha un volto, quello di Johnny Depp, di lui negli archivi è rimasto solo il soprannome da lui stesso scelto, Jack the Ripper, e poi tante supposizioni, tante ipotesi sulla vera identità di questo serial killer.
Un incalzare di racconti e di celebri brani tratti dalle musiche di Kurt Weill da “L'Opera da tre soldi”. Delicato ed intenso il momento regalatoci dalla chitarrista Patrizia Rubizzi che ha eseguito la pavana “Fortune” di John Dowland, autore e liutista inglese del '500.

A.D.C.



Domenica 5 ottobre

Partecipo per la seconda volta alla rassegna di monticello.
E per la seconda volta apprezzo la competente e professionale e precisa organizzazione del tutto e la corposità degli interventi e la location bellissima, in un insieme sempre nuovo e mai banale.
Suggerimento: qualche happy hour in più con gli autori per creare aggregazione con il pubblico.
Grazie.

Alessandra MR D'Agostino



...Anche oggi, fra i volontari, regna la beata allegria post-prandiale. Fra vecchi e nuovi, ci si scambia mail e numeri di telefono.
Fra le persone che vagano fra il granaio e il parco, fa sempre uno strano effetto notare i volti degli scrittori che ospitati alla manifestazione, aspettano che arrivi il momento del loro intervento o semplicemente, si fermano per assistere a quelli dei colleghi. Noto Petrella che ci ha intrattenuti in mattinata al Red's, Canciani che si esibirà alla fine della giornata in una sorta di cabaret-musical-letterario dai risvolti storici e sociologici, o ancora Patrick Fogli, Carrino e tanti altri. Nei laboratori dei bambini fanno la loro comparsa le nostre ormai celebri matitine colorate con animaletti decorati, da regalare ai bambini... A questo punto, comincia anche l'assalto dei bambini alle patatine, curiosamente, le prime a volatilizzarsi sono quelle con disegnato sopra uno strano animaletto dei cartoni. Quando ci rendiamo conto che tale interesse dipende dai regalini che stanno nascosti all'interno, è ormai troppo tardi! Le patatine (e soprattutto i regalini!) sono ormai esauriti...
Mentre inizia a far buio, la serata si conclude sulle note dell'uculele del simpatico musicista che accompagna l'ultimo intervento in programma per oggi.

Simona



La prima volta che sono stato invitato alla Passione per il Delitto era buio quando sono arrivato e quando sono ripartito, così praticamente non ho visto nulla, se non l'interno illuminato del Granaio e uno spazio oscuro intorno. stavolta invece l'incontro era alle 16, il pomeriggio era splendido, così ho potuto visitare la bellissima Villa Greppi. L'incontro dedicato alla collana Babelesuite di Perdisa Editore è stato un momento davvero bello: pubblico numeroso e attento, moderazione impeccabile del giornalista Stefano Rottigni, e noi quattro autori (Colitto, Fogli, Arona, Zannoni), influenzati dalla serenità circostante, invece di parlarci addosso e strapparci il microfono a vicenda, stile dibattito televisivo, abbiamo sfoggiato un piacevole fair play. Che si può volere di più? Risposta: Un'organizzazione perfetta. E infatti c'era...

Alfredo Colitto



Fra camorristi e spiedini ai gamberetti...
Appuntamento al Red's Hotel di Barzanò, per la presentazione del romanzo 'La città perfetta' di Angelo Petrella, supportato per l'occasione dallo scrittore-poliziotto (meglio conosciuto come Matrix), Maurizio Matrone. Si tratta di un incontro innovativo, collocato al di fuori della consueta ambientazione di Villa Greppi, senza però che venga meno la partecipazione e l'attenzione del pubblico. Il romanzo è ambientato a cavallo fra anni Ô80 e anni Ô90, in piena era Tangentopoli. La chiacchierata con l'autore porta a galla frammenti, ricordi, immagini del passato recente del nostro paese. Si parla di camorra, di Napoli, città in perenne movimento, della chiusura delle grandi ditte del Sud, ci si sofferma persino sulle fotografie osé di una giovanissima Alessandra Mussolini e tornano in mente le musiche e le canzoni di Edoardo Bennato e Pino Daniele... Petrella tenta di dare un senso, se senso può esserci, alla seduzione del male, in particolare, quel male camuffato da buone intenzioni che sa essere la camorra, capace di atti spietati, come di benevolenze non proprio disinteressate. Siamo divertiti e al tempo stesso sbalorditi, quando ci racconta di emissari camorrisiti che si aggirano per i Quartieri Spagnoli, distribuendo interi tir di pesce surgelato alla popolazione o raccogliendo bollette insolute da pagare al posto dei reali utenti (io nella cassetta della posta, ci trovo anche quelle del mio vicino, di bollette...sarà intenzionale!?) e non ci riesce così difficile comprendere quale fascino certi personaggi potessero e possano avere per un adolescente con un futuro ancora tutto da inventare. Il sottofondo musicale dei cubetti di ghiaccio versati nei bicchieri per gli aperitivi, ci ricorda (come se ce ne fosse bisogno) di assaggiare le leccornie offerteci dal Red's. Rompicapo amletico: è più gustosa la brioche al sesamo farcita o la focaccia con acciughe e pomodorini?
Nel dubbio, io ho fatto anche il bis, ma l'enigma pare insolubile.

Simona



Sabato 4 ottobre

Aperitivo da “One Off”, a Viganò. Anche stasera presenti, svegli e attenti per riportarvi tutto sulla serata.
Ambiente molto carino e serata molto interessante. Naturalmente i risvolti non mancano. La faccia di tolla che caratterizza molti volontari ci ha fatto finire in cucina. Sì, in cucina. No, non a lavare i piatti, per quello c'è la lavastoviglie (non come quella di casa mia: nuova e già non funziona!!!!).
Abbiamo voluto visitare il cuore, il centro della terra di tutti i ristoranti: la cucina e, in questo caso, una cucina super. Cuochi simpaticissimi e molto disponibili ci hanno accompagnato nel tour. Abbiamo anche tentato di farci assumere come pela-patate o assaggiatori...vediamo...Tra l'altro, ci saranno anche aperitivi a tema il giovedì sera. I protagonisti dei prossimi due giovedì sono: la patata e l'uccello. No, non scherziamo. Lo so, non vi fidate, ma stavolta non è una battuta, bricconcelli! Capisco che vi abbiamo abituato a certi doppi sensi, ma qui la cosa è seria. In queste occasioni si banchetta a base di patata (il tubero ovviamente) in tutte le salse e a base di pollo (l'uccello) in tutte le sue varianti. Ovviamente i volontari si sono lasciati andare ad ogni genere di commento, ma devo dire che anche i cuochi coi doppi sensi non hanno scherzato....
Comunque, ci siamo iscritti alla newsletter del ristorante, se volete vi teniamo informati sulle serate a tema...
Per tornare ad essere seri, visto che ci hanno consigliato di stringere ed evitare i reportage troppo lunghi, diciamo anche che nella prima parte della serata sono stati presentati 2 libri: ANDREA FAZIOLI, L'uomo senza casa (Guanda), BRUNO MORCHIO, Rossoamaro (Garzanti) con la moderatrice KATIA TRINCA COLONEL.
Ai “nostri lettori” però so già che mancheranno certi nostri diari belli dettagliati...ci leggevate per quello, dite la verità!!!
Visto che i libri vanno letti e non raccontati troppo, altrimenti si rischia di rivelare particolari importanti, vi lascio alla lettura. Un appunto: se siete tra quelli che amano l'indagine e la suspense, allora vi dico che nel libro di Andrea Fazioli l'assassino si sa già dalla prima pagina...Grazie per averci tolto il gusto dell'indagine! Va be'...pazienza! Il secondo è ambientato in Liguria. Piccola digressione di geografia per spiegare la posizione della Riviera di Ponente e di Levante. Dite la verità, un piccolo dubbio vi sta assalendo...
Insomma, in un'unica serata abbiamo appagato mente e corpo, che non fa mai male. Aperitivo molto apprezzato.
Rimanete collegati, il diario continua...

Silvia



Mercoledì 1 ottobre 2008

Sono le 23 e 57 di mercoledì 1 ottobre. Sono da poco tornata da Villa Greppi, dopo aver salutato la Pioppi davanti all'imponente portone del Granaio.
Una grossa automobile grigia metallizzata con autista alla guida, sostava proprio lì davanti con i fari accesi. “Aspetta Luca, Luca Crovi” mi dice Paola.
Lui, il mito, nella sua impeccabile mise in perfetto stile shabby chic, dopo aver sapientemente animato la serata, stava salutando, poco più in là, gli autori ospiti.
Che conclsione serena, forse un po' troppo normale per una serata dove l'argomento principale è stato il DELITTO.
Giancarlo Oliani ci ha fatto assaggiare qualche boccone dei suoi libri: le storie sanno di provincia e di tradimenti, ma anche di minestra, quella spuzzata con il vino rosso dai nostri vecchi; racconti misteriosi che qualche bisnonno ci ha forse già raccontato da piccoli facendoci tanta paura.
Blini, il chitarrista-poliziotto-scrittore, uomo un po' robusto dato che contiene tre persone in un solo corpo, ti trasmette un forte senso di protezione: sì, lo vorresti come fidanzato.
Come marito, dicono tutti di no: pare che le mogli dei detectives prima o poi si rompono di chi fa tardi la sera e si dimentica di anniversari e compleanni. Beh, come gli altri mariti del resto...
Piacevolissimi i frizzanti interventi di Giorgio Montorio, incastonati come brillanti tra un'illustrazione e l'altra, tutte diligentemente realizzate davanti al pubblico. Quella che ha regalato a me, la incornicerò e la metterà in bella vista.
Sicuramente farà MORIRE di invidia qualche mia amica...

E.C.



Martedì 30 settembre 2008

Eccoci, tranquilli, ci siamo! Siamo qui, pronte ad aggiornarvi su un'altra serata! Eravate preoccupati??? Ma no!
Un unico avvertimento: è assente buona parte di quello che è il nostro quintetto abituale (per intenderci: 'quelli del bar'). Molto, molto male ragazzi! Così non va! Non possiamo portare a termine tutte le nostre performance comiche se la materia prima rimane a casa e non ci fa da supporto! Comunque...la simpatia è dilagante! Non è stata però una serata dai risvolti comici, del resto...non è sempre festa.
Allora, martedì 30 appuntamento con un assaggio di recitazione. Forse è una tipologia di spettacolo un po' di nicchia, che non si fonde perfettamente col resto del contesto, ma il binomio musica e teatro è molto interessante. Le luci vengono discretamente abbassate.
La penombra nel granaio, confonde i contorni delle cose. Sul palco c'è un uomo. Solo. Anche se il suo riflesso contro i vetri e l'oscurità di fuori, crea una curiosa impressione di sovrapposizione. Quasi ci fosse un secondo attore che partecipa allo spettacolo, fuori campo. Una presenza beffarda e anche un po' diabolica in qualche modo. In sottofondo, musiche lente, che si sentono appena, ma che creano quell'atmosfera misteriosa che un po' inquieta e un po' incuriosisce, malgrado tutto. L'uomo comincia a parlare. Anzi, a contare, con un'impostazione vocale degna delle voci fuori campo della tv, quella dei narratori che hanno sempre una voce super fascinosa, ma che poi vedi di persona e... bé, ci siamo capiti...!
Il monologo che va in scena in questo martedì sera, si intitola “La conta”. E sono cinque anni che questa conta è cominciata, cinque anni durante i quali, l'uomo ha tenuto minuziosamente la “contabilità” di quei “fatti di cronaca” che passano sotto la definizione di omicidi. Millesettecentotrentadue, millesettecentotrentatre, millesettecentotrentaquattro... Il pubblico segue in silenzio il monologo, che è poi una confessione che si tramuta impercettibilmente in delirio. Non vi racconteremo come va a concludersi questa confessione, ammesso che conclusione ci sia, poiché la conta prosegue, anche dopo, oltre il sipario... Basti dire che nessuno si muove, nessuno si alza o si sofferma a parlare col vicino di sedia. Tutti seguiamo con attenzione e in qualche modo, anche noi, teniamo il conto di ciò che ci viene raccontato.
A fine monologo, un lungo applauso. Tutti battono le mani per l'attore e la sua interpretazione, per il musicista che ha seguito passo passo la conta, con un mix indovinato di frammenti di vecchie canzoni, suoni, melodie e rumori. E anche per l'autore, Luigi Bernardi che sale sul palco dopo la sua Conta, per parlarci del suo ultimo libro “Senza Luce”. Ed anche lo spunto per la stesura di “Senza Luce” è intrigante. Bernardi prende le mosse da un fatto di cronaca accaduto anni fa in un paese di provincia. Un uomo, in preda ad un raptus, imbraccia un fucile e comincia a sparare. Così, indiscriminatamente, uccide due persone, prima di barricarsi nella propria casa. Scende la notte. La polizia, stanca di aspettare, fa chiamare i tecnici dell'Enel che tolgono l'elettricità all'intero paese e, approfittando del buio, i poliziotti riescono a stanare l'omicida. Questa è la cornice del romanzo nel quale Bernardi inventa delle storie che si intrecciano sullo sfondo di questa improvvisa oscurità.
Bernardi ci racconta un dettaglio curioso su questo romanzo, o meglio sul fattaccio da cui ha preso spunto. Tentando, infatti, a distanza di tempo, di rintracciare le cronache di quell'episodio, non ne trova più traccia, su nessun giornale, né nazionale, né locale. Sparito. Come se non fosse mai nemmeno successo....
Alla prossima! STAY TUNED.

Un saluto dalle vostre “diariste” ufficiali: Silvia & Simona.



Lunedì 29 settembre

La passione secondo bettibu.
Tu lo sai che non sono qui solo per te. Sai che li dovrai dividere con i grandi. Con Jasper Fforde quest'anno, con la Posadas l'anno scorso. Con Varesi, Colaprico, Gori, Simi, con tutti gli altri. Sai che loro vengono in tanti, anzi in tantissimi. Sono qui per sentire parlare di libri davvero. Sai che leggono. Sai che seduto di fianco a te, mentre aspetti di parlare, c'è un lettore vero. Un appassionato. Un cultore della materia. Sai che sono attenti. Che ascoltano. Sai che c'è un libraio che ha sempre i libri di tutti. Che riesce a fare anche uno sconto. Che sorride. Sai che decine di volontari sono sempre in movimento. Fanno in modo che tutto funzioni. Sai che il posto è una meraviglia. E' in mezzo al verde. E' pieno di storia. Sai che il fotografo scatta. E speri che catturi anche la tua parte migliore. Che riguardandoti a Natale il tuo viso ti ricordi l'estate.
Quel che resta dell'abbronzatura. Perché siamo a ridosso. Settembre. Sai che la stampa scrive. Su ciascuno un po'. Sai che questo festival porta un nome che per te è una sintesi. Passione. Quella che ti spinge a scrivere e a continuare a farlo. Che aderisce alla tua vita. Sai che qualche anno fa eri qui con il tuo primo libro. E' stato il tuo primo festival. Emozionata che non riuscivi quasi a parlare. E ancora sei così. Emozionata. Sei convinta che questo posto ti porti fortuna. Quest'anno la tua prima finale all'Azzeccagarbugli. Sul palco con chi ha scritto molto più di te. Sai che qualcuno che non conosci ancora arriverà a parlarti del tuo libro. Che l'ha letto. Succede di rado. Poter guardare negli occhi il tuo lettore. E' anche per lui che scrivi. Sai che firmerai e farai dediche. Che scriverai grazie. Molte volte. Sai che questo è il risultato del lavoro di una signorina bionda che fa tutto da sola. 80 ospiti per volta, da sette anni. E continuerà. Per passione, solo per questo. Sai che incontrerai gli amici che scrivono e che ne farai di nuovi. Che ti sorrideranno. Che sorriderai. Sai che ci saranno persone a cui vuoi davvero bene. Che non vedi da tempo. Sai che quest'anno presenterai qui la tua nuova creatura tenuta per mano da una Signora del giallo italiano. E sei contenta che sia così. Sai che questo di Monticello è un appuntamento che ti piace. Che ti fa star bene. Lo sai dalla prima volta che ci sei venuta. E' positivo. E tu sei grata per questo a tutti coloro che lo rendono possibile. E un po' anche a te stessa, che continui a crederci così tanto.

Bettibu



È la seconda volta che partecipo a “La Passione per il delitto” (mi sembra di capire detta “Passiun” dai volontari che in effetti con passione si prodigano) e spero vivamente che ce ne sia una terza. Lo dico per scaramanzia ovviamente ma anche per convinzione. L'anno scorso ero finalista al premio Azzeccagarbugli ed ho partecipato ad uno degli appuntamenti successivi nel ruolo di brillante scrittore che si intrattiene con altri brillanti scrittori. Scherzi a parte, questa è una delle caratteristiche più significative, forse, della “Passiun”, l'alto numero di scrittori presenti con i quali interagire (guardinghi, sempre guardinghi! Non so chi ha detto che gli scrittori non leggono i libri degli altri scrittori ma li controllano, però è vero), scambiare opinioni e ad ogni buon conto se capita finire a cena insieme e, intorno al comune desinare serotino, chiacchierare senza stare tanto a controllarsi.
Quest'anno però sono arrivato per esibirmi in quella che immodestamente chiamo una performance-spettacolo, “Lo scrittore dal vivo”. All'atto pratico lunedì 29 settembre, alle 21, nel Granaio di Villa Greppi, in quel di Monticello Brianza, ho rappresentato il rito creativo dello scrittore: ho distribuito ad un pubblico di una sessantina di persone una scheda del personaggio da me elaborata sulla base delle schede simili usate dagli sceneggiatori; raccolte le schede ne ho scelte a caso dieci fra le quali ho estratto sempre a caso la scheda della vittima, dell'assassino e dell'indagatore; dopodiché ho interagito con il pubblico cercando di costruire una scaletta, un titolo ed una vera e propria storia, alla fine ho scritto un attacco ed una conclusione proiettate dal computer direttamente su uno schermo visibile a tutti, di nuovo interagendo. L'ho fatto altre volte, a Roma e altrove e ce l'ho ormai per vizio. Ma è sempre gradevole interagire con un pubblico soprattutto se si appassiona ed ho avuto l'impressione che anche questa volta sia andata così. Credo da sempre che la letteratura di genere sia una delle fonti primarie della creazione del mito nella nostra società e vedere cosa ne pensa la gente è per me fonte di divertimento ed anche di arricchimento professionale.
Troverete una sintesi della serata e la scaletta su You-Tube cercando sotto la voce “Scrittore dal vivo”, se non c'è già ci sarà fra poco.
Che dire di più? Eh, in realtà ci sarebbe molto ancora, ma dato che la “Passiun” è ancora in corso forse farete meglio a partecipare agli eventi. Sono tutti on line sul sito, non perdeteveli.
Io, se ci riesco, l'anno prossimo ci torno.

Massimo Mongai



Il primo lunedì della manifestazione ha sempre come protagonista lo scontro diretto: scrittore-scrittura-lettori. Cosa vuol dire? C'è il mini corso sulle tecniche di scrittura di un romanzo, i trucchi e i retroscena. L'anno scorso siamo stati impegnati per quattro lunedì, quest'anno ce la siamo giocata in un'unica serata e con una formula tutta nuova: corso-spettacolo di scrittura creativa. Il relatore d'eccezione era Massimo Mongai, scrittore romano, riccioluto e imponente, apparentemente severo, che rivela invece una verve e una simpatia che sanno subito coinvolgere i partecipanti. Ci illustra i vari punti della schede distribuiteci, invitandoci a creare un personaggio, il suo carattere, la sua storia, le sue ambizioni nascoste. Le scopiazzature sono autorizzate. Il pubblico ringrazia. Pare che anche Simenon si avvalesse di un metodo simile per creare le proprie storie...no, non mi riferisco allo scopiazzamento! La sua serata è stata strepitosa.
Sembrerebbe tutto molto professionale, ma naturalmente i retroscena comici non sono mancati. Siamo dei volontari piuttosto spumeggianti, direi...
Le domande della scheda sono state, naturalmente, tutte travisate. Inizialmente non scherzavamo, pensavamo di dover mettere davvero le nostre di caratteristiche e non quelle di un ipotetico personaggio, quindi è uscito ogni genere di commento... Ma cosa sarebbe il “bottone caldo”? Sorvoliamo sulle congetture che si sviluppano via via da questa curiosa definizione, riconquistiamo un po' di serietà e cominciamo.
Viene distribuito un curioso schema proposto dall'autore che dovremo compilare nel corso della serata. Nome, età, lavoro, orientamento sessuale e religioso...e fin qui va bene. Mentre procediamo nell'arduo compito di dare vita a delle figure credibili, Mongai ci spiega l'importanza di stabilire fin dal principio, quanto vogliamo che duri la nostra storia, un mese, una settimana, un anno... I suoi romanzi, curiosamente, cominciamo sempre nel mese di maggio. Ci suggerisce anche di sviluppare quella che definisce la “back story” e cioè quegli antefatti che nel romanzo vero e proprio non compariranno forse mai, ma che possono aiutare a collocare il personaggio in una propria dimensione e a ideare l'input per far partire il racconto. A questo punto la parola d'ordine diventa : “Dio usa il caso e il caso fa le cose per bene”. E siccome noi, stasera, stiamo giocando a fare un po' dio, si entra nel vivo dello spettacolo! Chi ha fatto il lavoro seriamente ha creato delle schede di personaggi davvero interessanti, le nostre direi che erano più che altro comiche... Le schede vengono ritirare, mescolate ed estratte a sorte. Da una prima scrematura (il caso che, come ha detto il nostro Mongai, “...sceglie sempre bene”) vengono scelte dieci schede. Emergono così dieci personaggi, suggestivi, strani, alcuni improbabili, altri divertenti, qualcuno tormentato. Fra questi, non possiamo non ricordare la signorina Lamarmora, partorita dalla fervida fantasia di uno dei volontari. Scegliamo la vittima. Il fortunato è Franco Sordo, banchiere sessantenne, per bene, devoto, padre di sei figli, col vizietto del poker.
L'assassina ha invece le sembianze di Miranda Samantha, americana, quarantenne, giudice con un passato da stilista, appassionata ormai più di giovani modelle che non di vestiti. Ma dico, avete notato il doppio nome? E c'è anche una spiegazione, il nome Miranda si collega all'emendamento americano che obbliga chi arresta a citare i diritti all'arrestato. Cavoli, direi che ci diamo alla cultura più spietata. Il poveretto a cui spetta il compito di indagare sul caso e scoprire il colpevole è il sindacalista siculo-fiorentino Leandro Bianchi. La trama inizia a prendere forma, coinvolgendo il banchiere in un giro di bische clandestine e rivelando che una delle figlie dello stesso, bellissima modella, potrebbe essere l'amante segreta ma non troppo dell'ex-stilista americana.
Si ipotizza di tutto: omicidio per vendetta, gelosia, rancori passati tornati misteriosamente a galla, ricatto, droghe, debiti di gioco, odio motivato da turpitudini di qualsiasi genere! Una signora del pubblico azzarda ipotesi su un omicidio commesso per salvare la reputazione della giudice che vorrebbe candidarsi a qualche carica politica in uno di quegli staterelli del sud, un po' bigotti, un po' arcaici, tipo Mississippi Burning, remember? Caspita, senti che citazioni di lato livello....ci diamo al cinema d'autore. Il nostro Michele si inventa l'enigmatico passato del sindacalista in Sud America, Morgana, prendendo spunto dal mondo della moda in cui la giudice si muove a proprio agio, spolvera sul tutto anche un pò di cocaina. Direi che andiamo sul leggero. Qualcun'altro ipotizza che il povero banchiere non sia così perbene come si crede e che nel suo passato ci siano tracce di violenze su moglie e figli...
Spettacolare la scelta dei metodi con cui eliminare il malcapitato, dalla pistola con silenziatore, alla spintarella giù dal grattacielo (cavoli, che fantasia i nostri spettatori). Una signora molto creativa le ha provate e inventate tutte perché le sue idee venissero prese in considerazione dal nostro scrittore, ma a quanto pare...non ne ha azzeccata una: per lui era sempre “troppo scontato”. Selena tenta di riproporre “Il nome della rosa” in chiave moderna, spalmando un pò di veleno sulle carte da gioco dell'ultimo poker del banchiere. Si continua così fino a che qualcuno non chiede di cambiare scheda. Alla fine di tutto ciò, la sola cosa certa, è il titolo, COPPIA DI DONNE. Bello, peccato che ancora non si sappia bene come vada a finire...e neanche come cominci, a dirla tutta! Ci allontaniamo verso il punto accoglienza, per organizzare la distribuzione degli attestati di partecipazione. La lavorazione del romanzo procede attraverso schemi e aggiustamenti vari. Siamo ormai fuori tempo massimo, le ultime battute, le ultime domande.
“Una performance-spettacolo che è un corso, un corso che è uno spettacolo”, questo diceva la nostra locandina. Devo dire che anche noi abbiamo dato il nostro contributo... Ce ne torniamo a casa con i nostri attestati, simpaticamente autografati dallo scrittore-maestro di quest'anno e con un dubbio atroce.....ma che fine ha fatto la signorina Lamarmora? Qualcuno ce lo può spiegare?

Simona



Domenica 28 settembre 2008

Quanta grazia Sant'Antonio!
E' domenica pomeriggio e arrivo nello splendido scenario di Villa Greppi aperta per la giornata del FAI e lì trovo, a gironzolare sulla brecciolina, Gianni Biondillo con Tullio Avoledo, Jasper Fforde e Tecla Dozio...
Più in là riconosco Valerio Varesi che se la chiacchiera amabilmente con Luigi Guicciardi. Penso che trovare tanta scrittura fatta carne da queste parti sarebbe praticamente impossibile se non ci fosse la settimana de La passione per il delitto. Nei giorni a seguire molti altri scrittori affolleranno Monticello. Ci saranno tanti che conosco come il mio conterraneo De Michele, Marco Vichi, Perissinotto, Piero Colaprico, Simi, Lucia Ingrosso e molti altri che invece conosco solo di fama.
L'incontro a cui partecipo è coordinato da un colosso, Dario Campione che nessuno degli ospiti ha il coraggio di interrompere o contraddire. Gli ospiti siamo Guicciardi, Gucci e il sottoscritto. L'intervista va via veloce e interessante sotto l'occhio vigile di Paola Pioppi. Parliamo di scrittura... e di cos'altro? Poi rispondiamo a qualche domanda e via, tra i libri e nelle stanze della villa. Al nostro posto in rapida successione ecco la signora del giallo milanese Tecla Dozio e Roberto Valentini.
Io intanto firmo un paio di libri. Uno a una mia ex alunna del serale che si trova lì con il marito e uno a una ragazza che mi dice che ha deciso di comprare la copia mentre dicevamo qualcosa a proposito del dolore e del male. Bene, per una volta il male ha aiutato la causa e ha permesso, forse, di avere una nuova lettrice.
I collaboratori fermi e gentili mi fanno capire che sono sceso dal palco e quindi ora è il caso di parlare a bassa voce.
Dopodiché ritorno alla mia Citroen blu parcheggiata sul ciglio della strada e riprendo la via di casa dove arrivo in tempo per il derby tra rossoneri e nerazzurri.

Cosimo Argentina



È volato un altro anno e... eccoci puntuali a quello che è diventato un appuntamento fisso, anzi una passione...per la Passione, quella per il Delitto! Primi giorni di un autunno insolitamente precoce. L'aria è frizzantina, ma per il momento, il bel tempo resiste. Le date sono confermate: dal 28 settembre al 12 ottobre. Rapido giro di mail, ci si trova sabato 20 per un primo allestimento e sabato 27 per i ritocchi finali. Sarà anche un appuntamento fisso, ma non ha nulla della monotonia delle cose che si ripetono con scadenza programmata: qui ci divertiamo anche molto!
Cominciamo con la consueta trasmigrazione di sedie, tavoli e tavolini, da portare giù e poi riportare su, quadri da appendere, manifesti da appiccicare dovunque, volantini da distribuire, acquisti da fare.
Trucco e parrucco fatto, diremmo che si può partire! Domenica 28 si aprono le danze! Ci siamo tutti e anche qualcuno in più...i nostri nuovi acquisti! Cominciamo alla grande. La manifestazione prende il via col consueto afflusso di appassionati e curiosi, volti sconosciuti e volti noti di fedelissimi che ogni anno si presentano puntuali all'appuntamento con la Passione. E poi, volontari collaudati o meno, scrittori affezionati, bambini schiamazzanti, amici, conoscenti. Il via-vai di gente è continuo, complice anche la bella giornata e Villa Greppi, aperta al pubblico, a farci da cornice. Quest'anno alla Passione si parla inglese con Jasper Fforde, britannico, brizzolato, ironico, abile nel saper ricostruire nei propri libri, il mondo visto attraverso la lente deformante della satira. Un nuovo nome da aggiungere alla lista della prossima spesa in libreria.
Gustosa la presenza di Tullio Avoledo che, oltre che lo scrittore forse dovrebbe pensare anche ad un secondo lavoro: è un intrattenitore eccezionale! Il pubblico ringrazia e anche il buon Jasper, che speriamo abbia capito qualcosa anche di italiano. La giornata per noi volontari, prosegue poi spedita, in un girovagare continuo fra granaio e scuderie, punti d'accoglienza e laboratori per bambini, prenotazioni per aperitivi e brunch, tentativi (vani!) di sfuggire all'obiettivo micidiale di Fabri.
Rimaniamo fino alle 19, l'ultimo appuntamento. Il resto è ancora tutto da scrivere. Ci aggiorniamo a lunedì 29 con “Lo scrittore dal vivo” ed è proprio il caso di dire....vediamo cosa scriveremo!

Simona e Silvia