La passione per il delitto

GERALDINA COLOTTI
Nata a Ventimiglia, è stata militante delle Brigate Rosse e per questo sconta una condanna a 27 anni nel carcere di Rebibbia. Attualmente è in semilibertà e lavora come redattrice al quotidiano Il manifesto. Ha scritto poesie, racconti e romanzi per adulti e ragazzi. È stata portiere di calcio e judoka. Nel tempo libero suona il pianoforte, scrive calambour e pratica kick-boxing. Nel 2004 è uscito Il segreto (Mondadori). Alla rassegna partecipa presentando il suo libro nel laboratorio di domenica 17 ottobre. Età di lettura dagli 11 anni.

Il segreto - Mondadori
«Non vorrai mica diventare una terrorista come tua madre!» Scilla, studentessa tredicenne dell’ultraperiferia romana, rimugina sulla frase rivoltale da una poliziotta dopo la retata compiuta in un centro sociale. Mamma Rosa che piazza una bomba da qualche parte? Proprio non ce la vede, con quella faccia buona e i rotoli di ciccia che le fanno venire il fiatone quando fa tre scalini di fila. Eppure un poliziotto non si sbilancia cosí, se non c’è sotto qualcosa. Che fare, allora? Scilla, a cui i segreti fanno venire l’orticaria, decide di marinare la scuola e mettersi alle calcagna di Mamma. E da quel momento, seguendo la traccia di una busta gialla chiusa in un baule, scoprirà il segreto che cambierà per sempre la sua vita. Un romanzo tenero e avvincente in cui il lettore, insieme a don Scarpantibus e a un animalista smilzo, a un fan di Manu Chao e a una giovane punk dalla cresta viola, scoprirà una pagina dura della storia recente del nostro paese.

L’incipit
Il mostro appare all’improvviso e affonda gli artigli verde-palude nel ventre di un innocente ciccione di passaggio.
Una massa di frattaglie sanguinolente inonda lo schermo e subito Coca-Cola e pop-corn cominciano a ballare la samba dentro il mio povero stomaco, mentre il ragazzo che mi sta davanti (capelli a spina di carciofo e maglione lungo fino alle ginocchia) lancia un urlo belluino, unendosi agli incitamenti di un pubblico composto quasi esclusivamente da quindicenni di periferia.
Io, Scilla (Lilla per mamma e papà e per chiunque mi conosca da quando era piccola e non riuscivo a pronunciare il mio nome), di anni ne ho tredici e un po’. E infatti i miei compagni di ginnasio sono più grandi di me, che ho fatto la primina dalle suore e a scuola sono andata in anticipo.

Ha partecipato all'Edizione 2004