La passione per il delitto
Manifestazione Programma Autori Scuole Iniziative News Link Fotogallery

MARCELLO FOIS
Nato a Nuoro nel 1960, vincitore del Premio Italo Calvino 1992, ha pubblicato molti libri, tra cui: Falso gotico nuorese (Condaghes 1993), Picta e Gente del libro (Marcos y Marcos 1995-96), Il silenzio abitato delle case (Mobydick 1996), Nulla (Il Maestrale 1997), Sheol (Hobby &Work 1997), Sempre caro (Frassinelli e Il Maestrale 1998), Gap e Sangue dal cielo (Frassinelli 1999), Ferro Recente e Meglio morti (Einaudi, 1999 e 2000, già precedentemente pubblicati da Granata Press), Dura madre (Einaudi, 2001 e 2003 ), Piccole storie nere (Einaudi, 2002) e Sheol (Einaudi, 2004).

Piccole storie nere - Einaudi
Eccolo di nuovo all'opera, Giacomo Curreli, commissario di Polizia che viene da lontano: otto storie irriverenti, in cui il demone del noir sguscia balzano in territori incongrui, come l'horror, il comico, il grottesco, il gotico, il fantastico. Se i morti rispondono al telefono, se le viscere della terra si aprono per inghiottire un segreto, se un vecchio dolcissimo salva il suo universo dopo averlo abbandonato, se tre ragazze festeggiano il Capodanno con piccoli brividi e grandi delitti, questo libro spalanca un mondo che è un'esatta caricatura del nostro.

Incipit
Il questore badava a dire che bisognava capire la situazione, sì, insomma, che le cose stavano come stavano.
Lo sa anche lei, commissario, - diceva, - lo sa anche lei…
Giacomo Curreli lo ascoltava con un piglio concentratissimo. Il questore proseguiva: - Io da parte mia la ritengo persona validissima, beninteso, ma…

L'altro mondo - Frassinelli
Un'epoca in cui non c'erano il telefono, il fax, il computer e dove non si conosceva l'uso delle impronte digitali: questa è l'epoca di Bustianu, avvocato sardo d'inizio Novecento. Bustianu riceve una strana convocazione da un giovane bandito gentiluomo, Diogini Mariani, che vive arroccato con il suo piccolo esercito di seguaci in una conca remota tra gli aspri boschi dell'isola. Bustianu parte a cavallo, scortato dal suo compaesano Zenobi e dagli emissari di Mariani. E quando arriva al cospetto del bandito la vicenda prende una piega inaspettata.

Incipit
Inizia davanti alla casa di Efisio Cubeddu che tutti chiamano Tzitzu, non si sa perché.
Bustianu si guarda intorno. Nel pomeriggio incendiato, nonostante un solicello tisico, le pietre grigie del muro, che delimita il cortile alberoso di casa Cubeddu, fanno riflessi di cava diamantifera o di gelatina di porco, a seconda dell'umore.

Sheol – Einaudi 
C'è un caso, tra i tanti, che Ruben Massei, ispettore della Squadra Mobile, deve - anzi vuole - risolvere: come se ne andasse della sua vita. Infatti è proprio della sua vita che si tratta, in modo oscuro. Questo caso riguarda il presente, ma ha radici lontane. Nei pressi di una villa fuori Roma, tre naziskin e una ricca signora ebrea scompaiono lo stesso giorno, il 4 settembre del 1993. E cinquant'anni prima, in quella stessa villa, una famiglia ebrea stava tentando di sfuggire alla deportazione. Una ricca signora ebrea e tre naziskin
scomparsi nel nulla da un giorno all'altro. Una villa fuori Roma che pare il centro di tutto: nel 1993 come nel 1943. Questo è «il caso» di Ruben Massei, ispettore della Squadra Mobile del Commissariato Zona Centro di Roma. Un'indagine non autorizzata, la sua, dalla quale è stato di fatto estromesso. Eppure, «pazzo di sensazioni e senza uno straccio di prova», Ruben Massei continua a indagare, a trovare indizi, a seguire false piste: a inseguire fantasmi, soprattutto. Perché quel caso gli parla di lui. Delle sue radici, della sua storia privata, e delle intersezioni con l'altra Storia, quella di tutti. Ruben è ebreo, la sua famiglia è stata sterminata ad Auschwitz nel 1943, quando lui non aveva ancora un anno. Forse è per questo che si trasforma in un segugio sempre all'erta: per stanare il suo passato. E se tutto ciò provocherà una rivoluzione nel suo mondo ordinato, tanto meglio. Perché Ruben è un vecchio ispettore cocciuto, e crede che «le parole non dormano», che «le idee esigano una cura costante, a dispetto di tutto, a dispetto del pudore». Allora meglio, infinitamente meglio, una verità che non consola, ma che dà riposo. Soprattutto a qualcuno che viene da molto lontano: dallo sheol, da un altro mondo.

L’incipit.
C’era una cosa che lo faceva andare in bestia. Una cosa per la quale poteva scordare persino i più elementari principi di civiltà: quando spegnevano le cicche nel suo posacenere. Per Ruben Massei, ispettore della Mobile del Commissariato Zona Centro di Roma, il posacenere aveva un valore esclusivamente decorativo. Era un elemento indispensabile nella specifica cosmogonia del suo tavolo, ma assolutamente privo di funzioni. Anche perché Ruben Massei odiava il fumo.

Ha partecipato all'Edizione 2003 e 2004